Molti di voi ricorderanno le sofferenze subite da Papa Giovanni Paolo II, specie negli ultimi anni del suo ministero. Un tempo uomo di forte vigore, sportivo, dinamico, nell’ultimo anno di vita appariva fragile, impacciato ed estremamente sofferente, sino alla perdita di ogni espressività del viso e della parola.

Il sintomo principale è un tremore fastidioso soprattutto a riposo. Questa rappresenta la quarta più frequente malattia neurologica degenerativa della popolazione anziana superiore ai 65 anni. Vi sono anche casi in età giovanile, tra i 40 e i 50 anni, ma sono molto meno frequenti (0,4% della popolazione).

Altro sintomo è la rigidità, che diventa sempre più intensa tanto da causare lentezza e povertà dei movimenti e una certa difficoltà ad iniziare il movimento muscolare stesso. La rigidità può essere accompagnata da dolori muscolari e da facile affaticamento. Il cammino del paziente diventa sempre più difficoltoso, fino a piccoli passi, e il tronco tende a flettersi in avanti. A questi sintomi soggettivi, si possono unire deficit o perdita delle funzioni celebrali superiori, sino ad una vera e propria demenza.

Si ha quindi un mosaico molto vario di quadri clinici, dal più lieve con la sola rigidità muscolare fino a quadri più invalidanti con la completa perdita dell’autosufficienza sino all’assistenza totale dei familiari o del personale ausiliario.

La causa del morbo di Parkinson è legata alla perdita di cellule nervose (neuroni) in numerose aree cerebrali, con la riduzione della produzione di un neurotrasmettitore chiamato dopamina. Questa sostanza è rilasciata dalle terminazioni nervose, opportunamente stimolate, provocandone una risposta determinata neuromuscolare. A questo neurotrasmettitore principale, si aggiungono altri quali: l’acetilcolina, la noradrenalina, la serotonina, le endorfine ecc…, tutte sostanze elaborate dall’organismo umano. Non sempre la malattia ha una causa scatenante nota. Si sa che l’avvelenamento da parte del monossido di carbonio, gas prodotto dalla combustione negli scarichi automobilistici, può essere una delle cause; come pure alcuni tumori, infarti celebrali, malattie degenerative cerebrali possono essere responsabili della malattia.

Per la sua frequenza e per la sua gravità è considerata una malattia sociale grave, anche se nuovi farmaci e nuove ricerche anche genetiche sono in corso nei laboratori scientifici, attenuandone i sintomi.

Il principale consiglio da dare ai pazienti colpiti da questa malattia e ai loro familiari è rivolgersi al proprio medico di famiglia qualora comparissero alcuni segni d’inizio del morbo, anche se lievi, il quale a sua volta si avvarrà della consulenza di uno specialista neurologo.

a cura del Dott. Giuseppe Mosconi

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